Installare Linux Ubuntu | NEXT chapters |
Questo è il messaggio che campeggia nella pagina Microsoft: "Dopo l'8 aprile 2014, il supporto e gli aggiornamenti per Windows XP non saranno più disponibili. Cosa aspetti?". Da quel giorno, il vostro sistema operativo Windows XP non verrà più aggiornato, esponendosi a sempre maggiori possibilità di attacchi esterni, oltre che alla sempre minore efficienza. Microsoft, ovviamente, consiglia agli utenti privati ed alle aziende di installare l'ultima versione del sistema operativo di Redmond, spingendosi, addirittura, a consigliare di cambiare non solo il sistema operativo, ma addirittura l'intero computer! Sono confortanti le risposte inviate dagli utenti, che è possibile leggere alla pagina: https://twitter.com/WindowsItalia Noi, ovviamente, vi consigliamo vivamente di volgere questo problema in una succulenta opportunità: provate Linux! Non solo non ve ne pentirete, ma, addirittura, scoprirete di aver perso troppo tempo. E soldi! Alcune distribuzioni di Linux, ormai, sono facili da installare ( in alcuni casi, più facili da installare di quanto non sia Windows stesso ) e facili da utilizzare, anche per gli utenti meno esperti, abituati alla solo apparente semplicità di Windows. In questo articolo, parliamo di Ubuntu, che, probabilmente, è la distribuzione più user-friendly disponibile, oggi, sul mercato. Inoltre, come è possibile leggere, all'interno del sito della comunità italiana di Ubuntu: "Ubuntu è gratis. Lo è da sempre, e lo sarà per sempre. In tutte le sue componenti: sistema operativo, aggiornamenti di sicurezza e spazio per le applicazioni. Le applicazioni di Ubuntu sono libere e open source". Potremmo definire una distribuzione Linux come una particolare versione del sistema operativo, così come viene offerta da una particolare comunità di programmatori o da una determinata società. Per esempio, la società Red Hat Inc. produce la distribuzione Linux Red Hat, mentre la società Novell ( acquisita da Attachmate ) cura la distribuzione SUSE. La comunità Debian Project, invece, cura lo sviluppo della distribuzione Debian, mentre la società Canonical Ltd. cura lo sviluppo della distribuzione Linux Ubuntu, basata su Debian. Una distribuzione Linux, naturalmente, è in continuo sviluppo: una distribuzione Linux, quindi, è costellata di versioni sempre più aggiornate e complete, le release. Le release di Ubuntu sono, in ordine cronologico: Ubuntu 4.10 ( denominata Warty Warthog ), Ubuntu 5.04 ( denominata Hoary Hedgehog ), Ubuntu 5.10 ( denominata Breezy Badger), Ubuntu 6.06 LTS ( denominata Dapper Drake ), Ubuntu 6.10 ( denominata Edgy Eft ), Ubuntu 7.04 ( denominata Feisty Fawn ), Ubuntu 7.10 ( denominata Gutsy Gibbon ), Ubuntu 8.04.4 LTS ( denominata Hardy Heron ), Ubuntu 8.10 ( denominata Intrepid Ibex ), Ubuntu 9.04 ( denominata Jaunty Jackalope ), Ubuntu 9.10 ( denominata Karmic Koala ), Ubuntu 10.04.4 LTS ( denominata Lucid Lynx ), Ubuntu 10.10 ( denominata Maverick Meerkat ), Ubuntu 11.04 ( denominata Natty Narwhal ), Ubuntu 11.10 ( denominata Oneiric Ocelot ), Ubuntu 12.04 LTS ( denominata Precise Pangolin ). E questo alla data di oggi, 3 luglio 2012. Naturalmente, la release successiva tende a soppiantare la release precedente, tanto che, passato un certo periodo di tempo, il supporto ad una determinata release viene definitivamente interrotto, interruzione che comporta l'interruzione degli aggiornamenti dei package compresi nella release. A partire da Ubuntu 12.04, le versioni LTS ( long-term support ) verranno supportate per 5 anni, sia nella versione server che nella versione Desktop. Ma, non è tutto. Di Ubuntu esistono anche versioni differenti, a seconda delle vostre particolari esigenze:
Per installare Linux, è necessario rinunciare a Windows? No. In un computer è possibile installare più sistemi operativi. Ciascun sistema operativo, però, deve essere installato in una partizione dedicata del disco fisso. Una partizione è una porzione del disco fisso. All'avvio del computer, nel caso fossero presenti più sistemi operativi, un programma, detto bootloader, vi chiederà quale sistema operativo lanciare ( Dual Boot ). In base alla vostra scelta, il bootloader andrà a cercare il sistema operativo selezionato, all'interno della partizione del disco fisso, in cui il sistema operativo è stato installato. Non è possibile eseguire contemporaneamente più di un sistema operativo. Le partizioni del disco fisso vengono trattate dai sistemi operativi come dischi fissi indipendenti l'uno dall'altro. I sistemi operativi Windows non riconoscono le partizioni riservate ad altri sistemi operativi, tanto meno le partizioni riservate a Linux. Quindi, se salvate un file all'interno della partizione Linux, quando doveste servirvi del sistema operativo Windows, installato in una partizione diversa, non avreste alcuna possibilità di aprire, leggere o modificare quel file. Il sistema operativo Linux, al contrario, è in grado di leggere qualsiasi partizione diversa dalla propria. Quindi, se salvate un file all'interno della partizione Windows, quando doveste servirvi del sistema operativo Linux, installato in una partizione diversa, sareste perfettamente in grado di aprire, leggere o modificare quel file. Un disco può contenere solo quattro partizioni principali, o primarie. Questa limitazione è dovuta al fatto che la tabella delle partizioni, contenuta nel Master Boot Record, il primo settore del disco fisso caricato in memoria, è composta da quattro record, da 16 byte ciascuno, ciascuno dei quali contenente le informazioni relative ad una partizione. Una sola delle quattro partizioni primarie può essere indicata come "attiva": la partizione attiva è la partizione di boot, la partizione che contiene il sistema operativo da eseguire. Quando è presente un bootloader, il programma che permette di selezionare un sistema operativo da eseguire, il Master Boot Record, che è esterno a qualsiasi partizione esistente, punta al bootloader, non alla partizione attiva. E' importante ricordare che Windows pretende di essere installato nella prima partizione primaria attiva disponibile. Linux, al contrario, può essere installato anche in una partizione logica. Una partizione logica è una partizione compresa in una delle quattro partizioni primarie. Per superare il limite delle quattro partizioni massime disponibili, infatti, è possibile frazionare una delle quattro partizioni primarie in una serie di partizioni logiche. Se Windows pretende di essere installato nella prima partizione primaria attiva disponibile, quando installeremo Linux, affiancandolo al preesistente Windows, dovremo solo ricordare di non spostare Windows da una partizione all'altra. La sola operazione possibile sarà quella di restringere l'attuale partizione di Windows ( se possibile ), riservando lo spazio recuperato alla nuova partizione che ospiterà Linux. Installando Linux, è meglio conservare una versione di Windows o è preferibile sbarazzarsene? Se avete acquistato il computer con Windows preinstallato, sappiate che quel sistema operativo ha avuto un costo, per voi ( probabilmente, intorno ai 100 euro ). Quindi, se avete spazio sufficiente sul disco fisso, potete tranquillamente conservare il buon vecchio Windows. Dovete ricordare che, mentre di Linux esistono decine di distribuzioni differenti e che, di ciascuna distribuzione, esistono più versioni, tutte liberamente installabili sul vostro computer, per quanto riguarda Windows, voi avete a disposizione la sola copia che vi hanno venduto con il computer. Persa quella, perso il sistema operativo. A meno che ne acquistiate una nuova versione. Questa è l'immensa differenza tra un sistema operativo Free Software ( GNU/Linux ) ed un sistema operativo proprietario ( Windows, Mac ): un sistema operativo come Linux può essere installato e reinstallato a proprio piacimento, mentre un sistema operativo come Windows può essere solo installato la prima volta! Quindi, se lo avete già installato nel vostro computer, conservatelo, fino a quando potrete. Se, inoltre, siete abituati, da sempre, a Windows, consiglio caldamente, almeno per un periodo iniziale, di non eliminare Windows. Per quanti sforzi faccia, la comunità Linux non è in grado di sostituire tutti i programmi che, nel corso degli anni, sono stati sviluppati per il sistema operativo Windows. Quindi, se siete da sempre utenti Windows, è possibile che una delle applicazioni che siete abituati ad usare non sia disponibile per il sistema operativo Linux. Quali sono le differenze più rilevanti tra Linux e Windows? La differenza più rilevante è nelle licenze d'uso che i due sistemi operativi rilasciano. I sistemi operativi Linux e GNU/Linux sono sistemi operativi distribuiti come software libero. Con il termine Linux si intende il cuore del sistema operativo, il cosiddetto kernel: l'insieme delle funzioni che permettono di interagire con l'hardware della macchina. Con l'acronimo GNU ( GNU's not Unix ), si intende l'insieme delle applicazioni ( programmi, comandi, utility ) offerte con il kernel Linux. Con la locuzione "software libero" si intende l'insieme del software che non prevede alcuna restrizione di utilizzo, per l'utente, il quale è libero di eseguirlo, copiarlo, distribuirlo, modificarlo a suo piacimento. L'aggettivo "libero" non implica necessariamente la gratuità del software, anche se, nella maggior parte dei casi, questa gratuità è garantita, vista la libertà di redistribuzione del sofware. La libertà di apportare modifiche al sofware implica un'altra caratteristica fondamentale del software libero: esso è anche Open Source. Quando si installa un software aperto ( Open Source Software ), è possibile ottenerne il codice sorgente, così da poterlo visionare, studiare, modificare. Windows è l'esatto contrario di tutto ciò: con Windows, l'utente è libero di eseguire il sistema operativo ( solo la copia ricevuta con il computer ), ma non è libero di copiarlo, distribuirlo, modificarlo a suo piacimento. Stesse restrizioni per tutto il software proprietario: programmi e applicazioni, da installare in un sistema Windows. Quindi, il sistema operativo Windows ed il software correlato non sono classificabili come sofware libero, né come software Open Source. Questo significa, tra l'altro, che quando leggete: "Non verranno inviate informazioni personali", non potrete mai essere certi della assoluta veridicità dell'affermazione. Grazie agli sforzi della comunità per il software libero, è possibile installare alcuni programmi Free Software anche sui sistemi operativi Windows. Tra gli esempi più noti, abbiamo "OpenOffice.org", che è una suite di applicazioni che permettono di aprire, leggere e modifcare i file prodotti dalla suite Microsoft Office ( Excel, Word, Access, etc. ), oppure GIMP, un potente programma di grafica bitmap, paragonabile al noto Photoshop. Le differenze tra i due sistemi operativi, ovviamente, non si fermano qui. A parte l'architettura interna, che non possiamo certo affrontare in queste pagine, occorre menzionare quella che definirei l'attitudine dei due sistemi operativi: mentre Windows tende ad essere molto invasivo, delegando a sé una serie di decisioni che dovrebbero essere, invece, delegate all'utente, Linux tende a fare esattamente ciò che l'utente gli chiede, niente di più, niente di meno. Linux, quindi, usa le risorse del computer con molta parsimonia, là dove Windows tenta di aprire tutto ciò che può aprire, spesso all'insaputa dell'utente. La filosofia di fondo di Windows è: chiedere all'utente di affidarsi completamente al sistema operativo, offrendo, in cambio, una semplicità di utilizzo, a volte imbarazzante. La filosofia di Linux, al contrario, è: mettersi a disposizione dell'utente, il quale deve essere in grado di porre le giuste domande ed inviare le corrette richieste. Se, ad un primo approccio, la filosofia Linux sembra essere più impegnativa, per l'utente, dopo un breve periodo di utilizzo si rivela in tutta la sua efficacia, sicurezza e potenza, anche agli occhi dell'utente meno esperto. Questi due approcci differenti sono pienamente rappresentati dalle interfacce utente sviluppate dai due sistemi operativi. Mentre Windows si concentra sulla interfaccia grafica a finestre che lo ha reso famoso nel mondo, Linux, pur avendo sviluppato un'interfaccia grafica, molto simile a quella alla quale è abituato un utente Windows, da sempre sviluppa e potenzia l'interfaccia testuale a riga di comando, utilizzabile da terminale, attraverso un programma chiamato "shell". L'interfaccia grafica, dovendo rappresentare graficamente tutti i comandi e, per ciascun comando, tutte le opzioni disponibili, ha potenzialità molto ridotte, viste le dimensioni usuali di un monitor. Una interfaccia testuale, invece, ha potenzialità praticamente illimitate, i cui limiti risiedono esclusivamente nelle più o meno anguste capacità della memoria dell'utente, che potrebbe non essere in grado di ricordare le decine di migliaia di comandi disponibili, più tutte le opzioni e gli argomenti disponibili per ciascuno di questi comandi.
Per installare Linux Ubuntu è necessario avere il CD di installazione. Il CD di installazione di Ubuntu occupa lo spazio di un solo CD. Offre, all'utente, due possibilità:
Quindi, conservate il CD di installazione di Ubuntu, per le necessità future! Ricordate che, a differenza dei prodotti proprietari, quali Microsoft, Ubuntu può essere reinstallato ogni volta che lo si desidera. Il CD di installazione di Ubuntu può essere scaricato, come file ISO, dal sito di Ubuntu, alla pagina di downlaod. Le sole scelte che dovrete selezionare sono:
Il download del file ISO non è sufficiente, per installare Ubuntu sul vostro computer. ISO è il formato usato per le cosiddette "immagini" del disco. Nel nostro caso, il file ISO è l'immagine del sistema operativo Ubuntu Linux. Una immagine di un sistema operativo o di un disco contiene, in un unico file, sia i file veri e propri, sia le informazioni relative ai file o al filesystem. Grazie a questa tecnologia, è possibile reinstallare un intero sistema operativo, ogni volta che se ne senta il bisogno, riportandolo allo stato in cui si trovava al momento della creazione dell'immagine. Questa è la tecnica che dovrebbero utilizzare tutti gli utenti Windows, visto che viene sempre il momento in cui bisognerebbe reinstallare l'intero sistema operativo, senza che se ne detenga una copia ( quanto meno, una copia legale ). Quindi, una volta salvata l'immagine del sistema operativo Ubuntu Linux ( file ISO ), sul nostro disco fisso, dovremo semplicemente creare, da quella immagine, il nostro CD di installazione. Per farlo, useremo uno dei programmi di masterizzazione disponibili in rete, quali Windows Disc Image Burner, WinISO, per Windows, oppure Brasero, Gnomebaker, per Linux. Qualsiasi programma utilizziate, ricordate solo che l'operazione che dovete eseguire non è la copia del file ISO su CD, bensì la masterizzazione ( burning ) del CD, con il salvataggio dei singoli file, contenuti nel file ISO, su CD. Eseguita questa operazione, il CD di installazione è pronto. Naturalmente, l'immagine ISO può essere salvata anche su supporti diversi dal CD, quali una penna USB, oppure una partizione dedicata dello stesso disco fisso ( per i sistemi che non hanno un CD, per esempio ). Una volta creato il CD di installazione, sarà sufficiente effettuare il boot del sistema dal CD. Provate, dunque, ad inserire il CD e a riavviare il computer. Attenzione: l'ordine delle periferiche dalle quali tentare il boot del sistema è impostato nel BIOS ( Basic Input Output System ). Se l'elenco presente nel BIOS prevede che la prima periferica dalla quale tentare il boot del sistema sia il disco fisso ( HDD ), ben difficilmente riuscirete ad effettuare il boot dal CD. Il boot dal CD, infatti, avverrebbe solo nei casi estremi in cui non fosse raggiungibile il Master Boot Record del disco fisso. Negli altri casi, per effettuare il boot del sistema dal CD, dovrete modificare l'ordine delle periferiche presente nel BIOS. Per modificare l'ordine delle periferiche dalle quali tentare il boot del sistema, occorre entrare nel BIOS. Per entrare nel BIOS bisogna premere un tasto, o una combinazione di tasti, durante la fase di boot del sistema. Il tasto, o la combinazione di tasti, da premere, durante la fase di boot del sistema, per accedere alle impostazioni del BIOS, dipende dal sistema in uso. Solitamente, vi verrà chiesto di premere DEL, oppure ESC, oppure INS, oppure F1, oppure F2, oppure F10, oppure F12, oppure una tra le seguenti combinazioni: CTRL-ESC, oppure ALT-ESC, CTRL-ALT-ESC, CTRL-ALT-ENTER. La combinazione, o il tasto corretto viene visualizzato, sempre, durante il processo di boot, in un messaggio, che appare all'interno della schermata nera di boot, del tipo: "F10 per entrare nel SETUP", oppure "F12 per entrare nel BIOS". Una volta entrati nel BIOS, cercate solo il menù per modificare l'ordine di boot, cercando di evitare qualsiasi altro menù, a meno che non sappiate cosa state facendo. Il BIOS, infatti, contiene la prima sequenza di istruzioni che vengono eseguite dal computer, ancor prima di aprire un sistema operativo qualsiasi. E' meglio evitare, quindi, di apportare modifiche che possano compromettere il funzionamento dell'intero sistema. Aperto il menù contenente l'ordine delle periferiche dalle quali tentare il boot, portate il CD nella prima posizione dell'elenco, lasciando il disco fisso ( HDD ) al secondo posto. Da questo momento in poi, ogni volta in cui accenderete il computer, il BIOS cercherà un sistema operativo avviabile prima nel CD, poi, in caso di fallimento, nel disco fisso.
L'installazione di Ubuntu è un processo quasi completamente automatico. Inserite il CD di installazione e riavviate il computer. Il sistema operativo Ubuntu Linux contenuto nel CD di installazione, una volta scelto il menù "Installa Ubuntu", farà il resto. Ma ... Prima di partire con il processo di installazione, Ubuntu Linux vi chiederà dove installare il nuovo sistema operativo. Con l'avverbio "dove", si intende dire: in quale partizione del disco fisso. Abbiamo già visto che un disco fisso può essere suddiviso in più partizioni e che le partizioni del disco fisso vengono trattate dai sistemi operativi come dischi fissi indipendenti l'uno dall'altro. Partizionare un disco fisso può significare ottimizzare i tempi di accesso al disco stesso, soprattutto oggi, quando i dischi fissi hanno dimensioni davvero ragguardevoli. Il numero delle partizioni da dedicare a Linux è una questione che può richiedere specifiche competenze. Di tutto il processo di installazione del sistema operativo Ubuntu, questa è la fase più delicata. Potete aggirare l'ostacolo, delegando la scelta al CD di installazione. Nel caso non aveste alcun sistema operativo preinstallato, il CD di installazione occuperà, con Linux Ubuntu, l'intero disco fisso. Nel caso aveste un sistema operativo preinstallato, per esempio Windows, il CD di installazione vi offrirà due differenti opzioni:
Nella pagina "Come installare Ubuntu 12.04 LTS" trovate le istruzioni passo a passo per l'installazione di Ubuntu 12.04. Il CD di installazione, in realtà, offre sempre una terza opzione ( "Altro" ): quella di scegliere se creare nuove partizoni, quante e quali partizioni creare e, soprattutto, in quali partizioni installare Ubuntu Linux. Prima questione: quante partizioni riservare a Ubuntu? Ubuntu funziona a meraviglia anche se installato in un'unica partizione. Ubuntu funziona ancora meglio se alla sua area di swap viene dedicata un'intera partizione del disco fisso. L'area di swap è l'area del disco fisso che un qualsiasi sistema operativo, compreso Linux, utilizza per gestire le applicazioni e i dati da trasferire in memoria ( RAM ). Più rapido è l'accesso all'area di swap, migliore sarà la prestazione dell'intero sistema. Più grande sarà l'area di swap, più facile sarà il lavoro di Linux nel gestire più applicazioni aperte in contemporanea. In un sistema moderno, dove le dimensioni totali del disco non dovrebbero imporre molte limitazioni, un'area di swap adeguata potrebbe avere una dimensione doppia o tripla rispetto alla dimensione della RAM fisica. In questo caso, quindi, dedicheremmo a Ubuntu ben due partizioni: una, la più grande, conterrà il sistema operativo; la seconda, più piccola, conterrà l'area di swap. Seconda questione: quali partizioni riservare a Ubuntu? La risposta a questa domanda, invece, dipende da due fattori:
La cosa migliore da fare, sarebbe di decidere quali partizioni dedicare a cosa e creare le eventuali partizioni mancanti, prima di installare Ubuntu Linux. Se nel computer c'è già installato Windows e voi desiderate mantenerlo, optando per un sistema dual boot ( con la possibilità di scegliere, ogni volta, uno tra due sistemi operativi ), dovrete, probabilmente, ridurre la partizione che contiene Windows e creare lo spazio per altre due nuove partizioni, da dedicare a Ubuntu Linux. Attenzione: non è detto che la partizione che ospita Windows sia ulteriormente frazionabile. Il solo modo per verificarlo è di eseguire le seguenti due operazioni:
Una volta create le due nuove partizioni, dovrete assegnare, a ciascuna di esse, un filesystem. Il filesystem è l'insieme delle regole che determina la distribuzione dei file su disco fisso. Ciascuna partizione è contraddistinta da un filesystem. Uno stesso sistema operativo può supportare filesystem differenti. Nel nostro caso, il filesystem di Windows è già installato e non deve essere modificato. Quello che ci resta da fare è determinare il filesystem da assegnare alla o alle partizioni di Linux Ubuntu. Questa operazione può essere eseguita esclusivamente da un programma Ubuntu Linux, come GParted, visto che i programmi Windows non riconoscono filesystem non Windows. Per quanto riguarda la partizione di swap, la scelta è obbligata: Linux swap ( swap, in realtà, non è un filesystem ). Per quanto riguarda la partizione che ospiterà Ubuntu Linux, invece, potrete scegliere tra differenti filesystem Linux: Ext2 ( Second Extended File System ), Ext3 ( Third Extended Filesystem ) con Journaling ed Ext4 ( Fourth Extended Filesystem ) con Journaling.
Durante l'installazione, vi verrà chiesto di creare un account utente. Linux Ubuntu permette di accedere al sistema con tutte le prerogative di un amministratore ( root ), solo associando il nostro account utente ad un gruppo che abbia le prerogative di root. Linux Ubuntu non crea un account " root ". Linux Ubuntu accetta un account utente senza la password. Evitate di creare un simile account, presupposto essenziale per la creazione di un sistema operativo insicuro, instabile e alla mercé di chiunque. Ricordate che un account utente deve essere composto da un nome account e da una password. Altrimenti, che account utente sarebbe mai?? Aprireste un conto ( account ) corrente bancario, senza lasciare la vostra firma?
Un sistema operativo, una volta aperto, resta in attesa dei comandi dell'utente. Quando riceve un comando, il sistema operativo esegue un programma e restituisce, all'utente, la risposta fornita dal programma eseguito ( output ). Quindi, deve esistere un ambiente in cui sia possibile questa continua interazione tra l'utente ed il sistema operativo, un ambiente che offra all'utente la possibilità di inviare comandi al sistema operativo e gli strumenti per ricevere le risposte inviate dal sistema operativo. Con Linux, se installate la versione server, l'ambiente di default sarà l'ambiente testuale, una finestra nera ( terminale ) nella quale l'utente può digitare ( scrivere ) un comando ed attendere la risposta del sistema operativo, che verrà inviata prevalentemente in forma testuale. Il terminale esegue un programma, chiamato shell, la cui unica funzione è quella di restare in attesa dei comandi dell'utente, interpretare il comando ricevuto, lanciare il programma al quale inviare il comando ricevuto ed attendere la risposta del programma, per poi girarla all'utente. Questo ambiente, che è una vera e propria interfaccia, posta tra l'utente ed il sistema operativo, è chiamato: terminale, oppure ambiente a riga di comando, oppure semplicemente shell. E' l'ambiente Linux per eccellenza. Importato dai sistemi operativi Unix, viene costantemente implementato, potenziato, perfezionato. L'ambiente a riga di comando permette di eseguire decine di migliaia di programmi, offrendo, contemporaneamente, la possibilità di specificare, per ciascun comando, una serie vastissima di opzioni e parametri, che modificano il comportamento del programma invocato. Il solo problema, per l'utente, posto da un ambiente Linux a riga di comando, è ricordare tutti i comandi disponibili e, per ciascun comando, tutte le opzioni ed i parametri disponibili. Anche se esistono molte distribuzioni Linux differenti, è bene ricordare che tutte le distribuzioni condividono almeno il 90% dei comandi di shell. Questo permette di parlare di sistemi operativi GNU/Linux. Per tutti gli utenti Windows, abituati ad una interfaccia utente grafica, più semplice ed intuitiva, i sistemi Linux, Ubuntu compreso, hanno creato un ambiente Desktop, fatto di menù grafici, finestre, icone e mouse. Un ambiente desktop è, certamente, più intuitivo, rispetto all'ambiente a riga di comando, ma è anche più limitato, vista l'impossibilità di rappresentare graficamente migliaia e migliaia di comandi in una sola schermata video. Non solo: un ambiente desktop è, spesso, anche il più instabile, da un punto di vista formale. La disposizione delle icone, le icone stesse, le finestre e tutti gli elementi grafici possono essere profondamente diversi tra una versione e l'altra dello stesso sistema operativo, Windows compreso. Spesso, il problema, in ambiente desktop, è: dove trovo quel programma? Dove hanno messo quella funzione? Ubuntu Desktop non fa eccezione. I soli rimedi a questa carenza di informazione sono la lettura di una buona guida e l'uso costante dell'ambiente desktop, che dovrebbe comportare una sempre maggiore familiarità con la sua architettura. Se avete installato, sul vostro PC di casa o di ufficio, la versione desktop di Ubuntu, ricordate che potete sempre aprire un terminale, per passare all'ambiente di shell. Il metodo più semplice è premere, contemporaneamente, i tasti:
In alternativa, potrete selezionare il programma "Terminale", oppure "Emulatore di terminale" dal menù a tendina di Ubuntu.
La prima operazione da eseguire, non appena conclusa l'installazione, è l'aggiornamento del sistema operativo. Attenzione: l'installazione del nuovo sistema operativo è stata eseguita da Ubuntu Live. Ubuntu Live non ha nulla a che vedere con il nuovo sistema operativo appena installato sul disco fisso. Quindi, non appena conclusa l'installazione, Ubuntu Live vi chiederà se desiderate continuare ad utilizzare Ubuntu Live oppure se preferite chiudere Ubuntu Live e ricaricare il nuovo sistema operativo da disco fisso. Naturalmente, questa seconda opzione è quella corretta. Non appena confermerete di voler chiudere Ubuntu Live, il vostro computer estrometterà il CD di installazione, chiedendovi di premere il tasto ENTER, non appena richiuso l'alloggiamento per il CD. Una volta caricato il nuovo sistema operativo da disco fisso, vi ritroverete un sistema operativo composto da più package ( programmi ). E' molto probabile che qualcuno di questi package richieda già un aggiornamento. Per saperlo, è sufficiente lanciare un gestore di pacchetti, o Package Management System. Nel vostro sistema ci sono diversi programmi che gestiscono i package, ma tutti sono fondati sul Package Management System chiamato APT ( Advanced Packaging Tool ). Se avete installato la versione Desktop di Ubuntu, Ubuntu si presenterà a voi nella sua versione grafica ( simile a Windows, con le icone grafiche ). Il Package Management System APT è eseguibile da terminale. Per aprire un terminale, è sufficiente premere i tasti CTRL ALT T, oppure selezionare dal menù il programma "Emulatore di Terminale". A terminale aperto, dovrete scrivere ed eseguire ( ENTER ) due comandi separati:
per aggiornare l'elenco dei package disponibili, ed il comando:
per richiedere l'installazione di tutti gli aggiornamenti disponibili. Trattandosi del primo aggiornamento, è possibile che abbiate qualche centinaio di package da aggiornare: l'operazione, quindi, potrebbe richiedere qualche tempo. Se preferite, invece, aggiornare il sistema con un programma che sia invocabile dal desktop e che abbia una interfaccia grafica, allora potete utilizzare il programma che, da Ubuntu 12.04 LTS, viene chiamato "Gestore Aggiornamenti". Qualsiasi sia la vostra decisione, la cosa importante è che l'aggiornamento del sistema venga effettuato immediatamente, in modo da mettere in sicurezza il sistema.
E' possibile che alcuni software, driver, codec audio e video, non siano stati caricati, con l'installazione del nuovo sistema operativo. Solitamente, queste mancanze sono dovute a particolari restrizioni nelle licenze d'uso associate a questi software. Visto che queste carenze sono, solitamente, ben note, è sufficiente leggere gli articoli che puntualmente vengono pubblicati, in occasione del lancio di una nuova versione della distribuzione corrente, per sapere cosa manca e come installarlo. Un ottimo articolo introduttivo all'ambiente desktop di Ubuntu 12.04 è Ubuntu 12.04 - Guida Post-Installazione. Un altro ottimo articolo, sullo stesso tema, è Ubuntu 12.04 Precise Pangolin: ecco una guida completa post-installazione. Se non siete sicuri che un determinato package ( programma ) sia già installto nel sistema, utilizzate, sempre da terminale, il comando
Questi due comandi sono equivalenti e mi dicono se il package ( programma )
dove quella doppia "
In questo comando, abbiamo due comandi concatenati:
che significa "comportati da superuser" e permette all'utente di eseguire un comando con le prerogative dell'amministratore del sistema, come chiede il comando successivo:
che installerà il nostro package. Sia
Se non amate vedere scorrere velocemente il risultato ottenuto, usate l'impaginatore
In questa riga, abbiamo tre comandi differenti:
che restituiscono, entrambi, la lista dei package installati ( output ).
PIPE: uno tra i comandi più utili e potenti dei sistemi operativi Unix-like ( Linux compreso ), che prende l'output del comando precedente (
che stampa a video il contenuto dell'input, scorrendone una pagina alla volta. Per passare alla pagina successiva, usate la barra spaziatrice. Per tornare alla pagina precedente, premete la lettera
Come è possibile ricercare nuovo software? Ipotizziamo che desideriate installare Skype. Per sapere se ne esiste una versione per la vostra distribuzione, avrete due possibilità: una, come al solito, con interfaccia grafica, l'altra, come sempre, da riga di comando ( terminale ). La versione Desktop ( con interfaccia grafica ) si chiama "Ubuntu Software Center" ed è reperibile nel menù laterale di Ubuntu 12 o nel menù contestuale delle altre versioni. Ad oggi, la mia versione dichiara 62.305 package disponibili. L'utilizzo della versione Desktop è piuttosto intuitivo: un menù, contenente le diverse categorie di software disponibile ed un campo di ricerca, in cui inserire una o più parole chiave. Per quanto riguarda la riga di comando, invece, il comando che può aiutarci nella nostra ricerca è:
che restituisce tutti i programmi il cui nome o la cui descrizione contengono il termine Skype. E' possibile ricercare anche intere locuzioni:
oppure utilizzare le espressioni regolari:
In questi due esempi, stiamo cercando un package il cui nome o la cui descrizione inizi con la stringa testuale "youtube" ed un package chiamato "skype" ( il cui nome o la cui descrizione inizi e termini con la parola "skype" ). Il comando
Volete avere più informazioni su un determinato programma ( package )? Digitate i comandi ( entrambi ):
Se un programma non è reperibile attraverso il Package Management System del nostro sistema operativo è da considerarsi non disponibile? No. E' possibile installare programmi o package anche senza l'ausilio di Una volta installato un nuovo programma, come si usa? Dalla riga di comando ( terminale ), è possibile attivare una guida completa per tutti i comandi presenti nel sistema operativo. La parola magica è
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