The ELF Object File Format: Introduction | Cerca per titolo, autore, parola chiave | ||||||||
The ELF Object File Format: Introduction Aprile 1995. Di Eric Youngdale. Visto che ELF ( Executable and Linking Format ) è l'object file più comune per gli eseguibili Linux, sembra appropriato approfondirne un pochino la conoscenza. Vi guiderò anche in una breve escursione all'interno del funzionamento del formato di file ELF, per capirne il funzionamento. Gli utenti Linux possono essere sia persone che si sono appena avvicinate a Linux, sia persone che utilizzano Linux da molti anni. Questo articolo, quindi, inizierà con una trattazione che potrebbe non risultare molto utile ai programmatori più esperti: questa scelta nasce dal desiderio di rendere utile questa trattazione al maggior numero di persone. Una delle caratteristiche distintive dei file ELF è la nozione di sezione. Una sezione è un insieme di informazioni con caratteristiche simili. Ogni sezione rappresenta una porzione del file. Per esempio: il codice eseguibile viene sempre messo nella sezione ".text"; le variabili inizializzate dall'utente vengono messe nella sezione ".data"; mentre, le variabili non inizializzate vengono messe nella sezione ".bss". E' ovvio che sia sempre preferibile scrivere la parte eseguibile del programma nella memoria di sola lettura e le variabili e le locazioni di memoria modificabili in un'area della memoria sovrascrivibile. Inoltre, per le variabili non inizializzate ( per le quali l'utente non ha ancora dichiarato un valore ) non ha senso spendere spazio, nel file, per conservarne il valore. Ecco perchè le variabili inizializzate vengono raggruppate nella sezione ".data", mentre le variabili non inizializzate vengono raggruppate nella sezione ".bss", che, semplicemente, dichiara lo spazio richiesto dalle variabili non ancora inizializzate.
|
|||||||||
The ELF Object File Format: Introduction | Disclaimer: questo è un link a contenuti ospitati su server esterni. |